La compagnia teatrale TEATRO NUOVO di Palermo, grazie alla regia di Domenico Bravo, ha presentato lo spettacolo “Belve di Stato”, presso il cine-teatro “ Jolly ” nei giorni 6 e 10 novembre, al quale hanno assistito alcuni alunni del liceo scientifico Ernesto Basile ,divisi in due gruppi. Ispirandosi al testo “ La mafia ” di Luigi Sturzo, scritto più di 100 anni fa lo spettacolo è la storia di un uomo che non vuole arrendersi di fronte alla corruzione e che proprio per via di questa sua perseverante opposizione, pagherà, morendo. Tramite questo spettacolo si ha, anche, una denuncia civile che parla di accordo con il potere mafioso, utilizzando un linguaggio semplice, dei giochi di luce, il movimento degli attori tra gli spettatori e la visione di scene inquietanti e grottesche.  Inoltre alla fine dello spettacolo alcuni ragazzi hanno potuto intervistare gli attori, ponendo alcune domande. Una delle curiosità è stata quella di sapere cosa ha spinto gli attori e il regista a realizzare questo spettacolo e la risposta è stata, appunto, quella di denunciare certi modi di essere di istituzioni corrotte, inizialmente piccole, ma che pian piano iniziano a crescere e diffondersi. C’erano degli scambi reciproci tra criminalità organizzata e istituzioni, diventando delle belve e non fermandosi davanti a niente. E’ stata trattata anche l’evoluzione della mafia, dal primo delitto (quello di Notarbartolo nel 1893) fino ai giorni nostri, che si è diffusa un po’ ovunque. Durante il periodo della “Lunga Mattanza” venivano uccise persone quotidianamente, per fini mafiosi; oggi non percepiamo più tutto questo, ma non perché non ci sia più la mafia, ma al contrario, perché è ovunque, ramificata in ogni cosa e non serve più uccidere. Questo fenomeno ormai è talmente radicato che per noi è normalità e per contrastarlo dobbiamo assumere atteggiamenti diversi rispetto al vivere quotidiano, rispettando chi vive con noi all’interno della società civile.

Sofia Taibi – IV PCTO Giornalismo